Per ogni acquariofilo il votarsi alla causa dei Killifish e’ a mio parere un momento molto speciale. Si gode di soddisfazioni enormi quando si riesce a riprodurli e quando si riescono ad avere buone schiuse sia dal punto di vista quantitativi sia qualitativo oppure semplicemente, come sto facendo io in questo momento, si osserva una vasca dove cinque maschi di Nothobranchius stanno duellando. E’ banale lo ammetto ma sono emozionato al vedere tale spettacolo. Come ho detto si godono tali soddisfazioni, quando arrivano…ma si patiscono anche dei brutti momenti di depressione in cui magari sembra di aver sbagliato tutto.
Voglio riportarvi una di queste esperienze al termine della quale ho avuto una grande soddisfazione. Veniamo al dunque. A molti appassionati di Nothobranchius guentheri Zanzibar sara’ sicuramente capitato di notare a un certo punto lo scolorimento e il dimagrimento progressivo dei pesci. Una concomitante comparsa di minuscoli puntini bianchi che con il passare dei giorni sembrano dare un’aspetto infarinato all’animale. Avrete sicuramente capito che sto parlando del famigerato Oodinium. Devo dire che la coppia di Nothobranchius guentheri che sto riproducendo da qualche giorno in una vasca da dieci litri, non aveva mai subito traumi durante i cambi dell’acqua che io effettuo due volte la settimana.
Probabilmente qualche pezzetto di cibo di troppo (uso molto il cuore di vitello o manzo durante la riproduzione), ha comunque inquinato l’acqua nonostante la frequenza dei cambi ha fatto balzare alla ribalta (cioe’ sull’epidermide…) l’Oodinium. Ho cercato dovunque sui testi e presso i negozianti del Friuli informazioni e/o prodotti che potessero permettere la guarigione della mia splendida coppia di guentheri (per gli amici: Guenty, fa piu’ d’elite!). Mi riprendo a stento da queste citazioni colte per dirvi che non ho combinato nulla: ne’ il solfato di rame ne’ altro, cioe’ i soliti prodotti contro l’Oodinium, hanno risolto il problema. Stufo depresso e sco…novolto ho telefonato al mio ittiopatologo di fiducia a Udine: il dott. Ceschia. Gli ho illustrato il mio caso e si e’ quasi meravigliato che per me l’Oodinium sia ancora un problema irrisolto.
Mi stavo incazzando (scusate ma sono le reali sensazioni che ho provato) insomma signori…morale della favola 2 cc di formalina 30-38 per cento in 10 l di acquario per 30 minuti e non uno di piu’ (parole del dott. Ceschia) e l’Oodinium e’ svanito. Non ero convinto perche’ i pesci dopo esser stati curati e riportati nella vasca di appartenenza con acqua nuova erano fermi sul fondo con le pinne chiuse.
La formalina li aveva bastonati ed ero certo (sono il solito pessimista) che se anche si fossero ripresi non avrebbero piu’ riprodotto. Mi sono assentato per un paio d’ore circa e al mio ritorno: sorpresa! I due pesci si accoppiavano e la femmina deponeva le uova sul fondo della vasca in vetro. I puntini bianchi (attenzione a riconoscerli e a non confonderli con quelli dell’Ichtyophtirius che sono decisamente piu’ grandi) erano completamente scomparsi e i pesci si muovevano con una grazia e una colorazione da fotografare.
E’ passato un mese da questo episodio: nessuna traccia di ricaduta della malattia. Avevo salvato… Guenty…Provare per credere!!!