Nothobranchius guentheri (Pfeffer, 1893)
Translation: S. Valdesalici [A.I.K.] – 05/07/99
N. guentheri “Zanzibar” – Immagine di R. Wildekamp |
guentheri: (aggettivo latinizzato) nome dedicato in onore del Sig. Gunther, Germania
Prima descrizione
Pfeffer descrisse la prima volte questa specie nel 1893 sulle base di alcuni campioni catturati da Stuhlmann a Zanzibar nel 1888 e nel 1889.
Terra tipica: Zanzibar
Dati meristici
D= 15-18; A= 16-19; serie medio-laterale: 29-32;
Cariotipo: n=19
Sinonimi
Secondo Bergerhoff (1973), in passato N. guentheri veniva considerato come N. orthonotus. In aggiunta, è strettamente legato al N. palmquisti. I maschi sono normalmente, guardando la pinna caudale, ben distinguibili. Nel N. palmquisti la pinna caudale è di un rosso uniforme; nel N. guentheri invece presenta un marcata bordatura nera nella parte terminale. Il N. guentheri inoltre è normalmente più grosso. Il N. guentheri si distingue dal N. orthonotus da un diverso numero di scaglie. Inoltre la testa del N. orthonotus è più appuntita.
Secondo Simoens (1983), lo stato di questa specie, dopo essere stata stabile per molti anni, ha presentato molte domande da parte di molti specialisti del gruppo Nothobranchius che dubitavano della sua descrizione originale. A causa di questo, la specie prese i nomi N. melanospilus e N. sp. Zanzibar (Wildekamp). Finalmente siamo ritornati alla descrizione originale di questa specie.
Nei primi anni ottanta, molte varietà di colore si svilupparono e furono distribuite nell’hobby. A queste vennero assegnati i nomi di N. guentheri “blue” , N. guentheri “gold” , N. guentheri “pink tail” e N. guentheri “gasenbergi”. Tutte queste mutazioni di colore, che probabilmente difettano di uno o di entrambi gli alleli del colore rosso nel loro genoma. Tutte queste varietà sono interfertili e si possono incrociare anche con la forma selvatico diffusa in acquariofilia.
Holotipo
Dimensioni
I maschi raggiungono 60-70 mm di lunghezza; le femmine rimangono leggermente più corte circa 40-50 mm.
Codice: GUE
Storia
Attorno al 1913, i pesci furono importati vivi in Europa, ma bisognerà aspettare il 1959, per riuscire a riprodurre con successo la specie che venne pubblicata da Koch sulla rivista D.A.T.Z.
Negli anni, il nome cambiò, come per molte altre specie di Nothobranchius. Una vecchissima denominazione lo vuole come: Fundulusorthonotus e successivamente ApHyosemionguentheri. Specialmente il precedente produsse non poca confusione con le specie di Nothobranchius con lo stesso nome, dovuta al fatto della loro somiglianza.
Distribuzione e biotopi
L. Seegers raccolse la specie N. guentheri a Zanzibar nelle vicinanze dell’Amman-Stadium nella città di Zanzibar.
Nel 1997, Wildekamp, Watters and Cooper raccolsero N. guentheri in due località a Zanzibar: TAN 97/2 e TAN 97/4.
Descrizione
I maschi sono coloratissimi. Il corpo presenta una colorazione blu metallico , le scaglie sono contornate da un bordeaux – rosso scuro, che da al corpo un disegno a rete. Alcune popolazioni presentano anche delle linee verticali nella parte posteriore del corpo che arrivano fino alla pinna caudale. Il mento è giallo scuro. Questa colorazione si allarga anche alla zona alla base delle pinne pettorali, che in aggiunta sono contornate da una banda azzurra. La pinna dorsale è giallo -verdastra disseminata irregolarmente da piccoli punti rossi , la parte esterna è contornata di azzurro. La pinna anale è rosso scura e presenta una bordatura nera. Anche le femmine presentano generalmente un corpo robusto e rotondeggiante come i maschi , le pinne hanno una dimensione e una forma simile ma mancano completamente i colori della loro controparte. Il loro corpo è grigiastre inoltre tutte le pinne sono trasparenti e non macchiettate.
Nothobranchius guentheri “Red” – Foto di Andrea Varisco |
Allevamento e riproduzione
N. guentheri può essere allevato senza problemi in acqua con le seguenti caratteristiche: pH tra i 6.8 e i 7.0 ma anche fino agli 8.0;durezza dell’acqua tra 9-18 e una temperatura tra i 22 e i 26°C. Questo tipo di acqua può essere ottenuta mescolando acqua di rubinetto con acqua piovana; ma normalmente questa operazione non è necessaria perché i pesci si adattano molto velocemente nelle maggior parte dei tipi d’acqua. L’acqua non dovrebbe essere mai però né troppo dura né troppo morbida.
Temperature attorno ai 20-22°C sono vantaggiose per la loro corta e attiva vita [1 anno al massimo 18 mesi]. I cambi di temperatura, specialmente di notte, se portati a 18°C allungano moderatamente la loro vita. L’aggiunta di sale da cucina [1 cucchiaino per 10 litri d’acqua] è una buona misura preventiva contro l’Oodinium. Il N. guentheri è sensibile [ma non ipersensibile] all’Oodinium quando le circostanze nel suo allevamento sono distanti dall’ottimale [Es.: dimenticarsi dei cambi d’acqua]. Una della cure più efficaci contro questa malattia è il verde di malachite [senza zinco] in bassissime concentrazioni ma normalmente si ha un cattivo impatto sulla fertilità degli esemplari trattati.
D’accordo con le osservazioni dell’autore, un modo molto efficace di combattere e distruggere [senza alterare né piante né pesci] la malattia del velluto (Oodinium) è quello di utilizzare una pompa elettromagnetica nella vasca. Questa produce una corrente [non forte, ma visibile] che non consente ai parassiti appena schiusi sul fondo di infettare i pesci.
E’ una specie molto semplice per quello che riguarda l’allevamento mentre per quello che riguarda la riproduzione presenta il problema dell’aggressività dei maschi nei confronti delle femmine. Molti maschi allevati assieme sono molto meno aggressivi e al massimo si affrontano con parate di minaccia. Presentano anche una certa territorialità se la vasca è abbastanza grande. Un gruppo di 3 maschi con 5-6 femmine piene di uova se si possono allevare bene in una vasca grande (50 litri). Tenere in una sola vasca due maschi non è una buona scelta in quanto si avrà la morte di uno dei due pesci. Se si allevano invece più maschi , l’aggressività del maschio dominante di distribuirà su più individui riducendosi nel tempo e nello spazio.
La specie non è esigente, ma questa non è una ragione per considerarlo un adeguato inquilino per un acquario di comunità. La sua costituzione ci insegna che non è un nuotatore maratoneta, quindi è ottimmale un acquario di medie dimensioni. La vasca deve essere ricca di piante, ma la cosa importante è il fondo. Uno strato si sabbia può essere usato ma è ottimale ricoprirlo con uno strato di 1-2 cm di torba filamentosa per evitare che i pesci si feriscano nelle loro concitate riproduzioni.
Il N. guentheri è un riproduttore continuo e lo si può osservare ogni giorno in una vasca speciale i numerosi atti riproduttivi. I maschi corteggiano le femmine cercando di portarle verso il loro territorio e il substrato di riproduzione. Durante l’atto riproduttivo, il maschio copre con la grossa pinna dorsale la femmina e cerca di spingerla sul fondo. Dopo la riproduzione , la coppia rimane calma in quella posizione per circa 10 secondi.
Il loro cibo deve essere diversificato e specialmente vivo: il cibo morto è spesso rifiutato. Durante lo stadio giovanile, i pesci consumano una grande quantità di cibo, del quale le larve di zanzara costituiscono il piatto preferito.
La riproduzione della specie deve avvenire solo tra individui adulti e con caratteri morfologici perfetti perché una riproduzione senza selezione porta alla produzione di individui piccoli e poco colorati. Riprodurre il N. guentheri non comporta grandi difficoltà. Le uova sono deposte nel materiale di fondo ma i genitori non si immergono nel materiale come invece succede per le specie Sud Americane Cynolebias e Pterolebias. Un piccolo acquario di circa 10 litri con acqua morbida e neutra sono sufficienti per la riproduzione. Acqua mediamente dura dà ugualmente buoni risultati. Il fondo si può coprire con 1 cm di torba o altrimenti si possono mettere 2 cm di torba in un piccolo contenitore di plastica con un foro nel coperchio di circa 5 cm. L’ultimo metodo è molto vantaggioso in quanto consente di utilizzare meno torba e di evitare che questa venga contaminata con feci o residui di cibo.
Per la riproduzione, si può usare un trio (2 femmine e 1 maschio), ma è sempre raccomandabile usare molte più femmine per un singolo maschio. Per ottenere risultati ottimali , è meglio allevare separatamente per circa 1 settimana i sessi e alimentarli abbondantemente, possibilmente con larve nere di zanzara. Bisogna fare attenzione a mettere insieme troppo velocemente tutti i pesci perché soprattutto i pesci più vecchi sono molto sensibili alle variazioni della qualità dell’acqua. I pesci sono lasciati a riprodurre per circa 5-7 giorni, passato questo tempo la torba va tolta leggermente strizzata (niente paura per le uova, sono abbastanza resistenti), quindi posta su carta assorbente da cucina fino a che non raggiunge l’umidità e la consistenza del tabacco. Dopo di questo la torba con le uova viene messa in un sacchetto di plastica per l’intero periodo di sviluppo delle uova. Alcuni allevatori tolgono i genitori e lasciano le uova in acqua per altri 5-8 giorni prima della raccolta e asciugatura.
Le uova di N. guentheri vanno incubate per circa 2-3 mesi alla temperatura di 20-26°C. Le opinioni sono molto contrastanti per quello che riguarda questi tempi : alcuni parlano di 6 settimane , altri di 6 mesi (Eckert 1964). Personalmente bagno le uova la prima volta dopo 3 mesi ma ho osservato che aspettando 6 mesi il numero di uova che schiudono si riduce. Al momento di bagnare le uova, che normalmente capita nella pausa pranzo o durante la notte, la torba viene messa in un contenitore da circa un litro in cui viene messa acqua di rubinetto fredda e limpida alla temperatura di 16-18°C . La torba è quindi ben mescolata in modo che le uova che presentano l’occhio (“eyed-up”) pronte a schiudere caschino sul fondo. Dopo questa operazione, la torba galleggiante viene tolta con le mani lasciando solo poca acqua sul fondo con la torba già intrisa e le uova. Altra acqua viene quindi aggiunta in modo da coprire il fondo per circa 4-6 cm. Le uova impiegano circa 24 ore per schiudere (questo è dovuto normalmente a differenti tipi di acqua per la deposizione e per la schiusa); le ultime uova schiuderanno da dopo alcuni giorni fino a più di una settimana.
A causa delle dimensioni ridotte degli avannotti, questi richiedono infusori della giusta dimensione come primo cibo e per i primi giorni di vita. E’ quindi consigliabile preparare alcune colture di infusori uno o due giorni prima della schiusa o aggiungere prodotti che stimolino la produzione di infusori. Solo i più grossi avannotti sono in grado di mangiare naupli d’artemia appena schiusi e solo quelli di piccole dimensioni. Inoltre i piccoli naupli sono difficili da trovare su di un substrato scuro, solo quando gli avannotti avranno raggiunto una dimensione tale da mangiare i naupli d’artemia si potranno spostare in una vasca più grossa con acqua delle stesse caratteristiche. La torba verrà quindi riasciugata e lasciata incubare per ulteriori 4 settimane.
I piccoli crescono relativamente velocemente e il livello dell’acqua verrà aumentato pian piano e regolarmente a ogni cambio parziale d’acqua. Dopo 4 settimane , raggiungeranno la lunghezza di circa 1.5 cm e i primi maschi cominceranno a mostrare i primi colori. La maturità sessuale verrà raggiunta a circa due mesi è sarà questo il tempo di separare i sessi per permettere alle femmine di crescere regolarmente senza dover essere continuamente assillate dai giovani maschi. Questi ultimi sono particolarmente attivi e sono continuamente alla ricerca di una femmina o di qualche cosa da mangiare. Con frequenti cambi d’acqua, si raggiungerà la piena maturità e gli splendidi colori a circa 6 mesi.
Durante la stagione secca, tutti gli adulti muoiono pian piano per la mancanza d’acqua o per mano di predatori. La stagione delle piogge porta nuova vita nella pozza; ma se questa ritarda o le precipitazioni non sono abbondanti la maggior parte dei piccoli morirebbe compromettendo la sopravvivenza della specie.
Per evitare questo pericolo, esistono uova definite “lasting-eggs” o “year-eggs” (uova perenni).
Queste sono uova fertilizzate ma richiedono due, tre perfino quattro stagioni delle piogge prima di arrivare a completo sviluppo. Gli hobbisti utilizzano questo fenomeno lasciando asciugare la torba per quattro settimane dopo ogni “inzuppatura”; in questo modo si può evitare di perdere una determinata specie.
Aelbrecht (19..) riporta che si può presentare il problema delle “solo-femmine” (es. 2 maschi e 200 femmine in una sola schiusa), altri hobbisti riferiscono del problema dei “solo-maschi”.
D’accordo con alcuni hobbisti questi fenomeni sono dovuti a situazioni opposte alle condizioni naturali e ideali (cibo,spazio,temperatura,concentrazione d’ormoni,altro…).
Allevare questi pesci in modo non corretto porta ad un eccesso di femmine o maschi; un 50:50 nel rapporto fra i sessi lo si ha solamente cercando di avvicinarsi alle condizioni ideali di mantenimento.
Letteratura
- Aelbrecht, R. – 19.. – Nothobranchius guentheri (Pfeffer, 1893) – Aquariumwereld 29/3; Vissenatlas.
- Bergerhoff, W. – 1973 – “Unser Steckbrief – N. guentheri (Pfeffer, 1893)” – Das Aquarium Heft 43, Januar 1973:9-10; 1 fig.
- Eckert, K. – 1964 – “Nothobranchius guentheri im Zimmeraquarium” – ATCH, 1(1964): 57-58.
- Seegers, L. – 1985 – Prachtgrundkärpflinge – Die Gattung Nothobranchius: Systematiek, Vorkommen, Pflege und Zucht – DKG-Journal Supplementheft 1, 1985 50 pgs; 98 figs.
- Simoens, G. S. – 1983 – Nothobranchius guentheri – Ass. KillipH. Franc. Belge 1983; 11(6): 123-124.
- Weingarten, M. – 1959 – “Kleine Mitteilungen; Zucht des Nothobranchius guentheri” – DATZ 12(1959) 7:221.
- Zahn, W. – 1967 – Die Zucht des Nothobranchius guentheri (Pfeffer) – DATZ 20(9) 1967 : 266-267