Tutti i tipi di contenitori possono andar bene anche se è meglio optare per quelli di vetro che, a causa del loro peso si adagiano spontaneamente sul fondo al contrario di quelli di plastica che richiedono di essere appesantiti con un sasso o simili. Le dimensioni variano in base alle dimensioni della specie allevata e alle abitudini riproduttive, in linea di massima basso e largo per i Nothobranchius, più alto per i sudamericani. La forma non ha importanza ma sarebbe utili che i barattoli avessero un collo stretto in modo da ridurre la dispersione della torba. Se i contenitori hanno una base larga sono dotati di coperchio, del tipo di quelli utilizzati per conservare il cibo nei frigoriferi o nel surgelatore (frigoverre), è sufficiente praticare un foro rotondo o rettangolare nel coperchio.
Questo semplice strattagemma limiterà moltissimo la dispersione della torba nella vasca. Presto i riproduttori troveranno l’entrata del contenitore e cominceranno a riprodursi. E’ quello che nei paesi anglosassoni chiamano “la casetta degli storni”. Dopo aver trattato la torba come abbiamo visto precedentemente e averla ben risciacquata e strizzata la si mette nel contenitore, lo si riempie di acqua e si lascia riposare il tutto per 10-15 minuti in modo che la torba si depositi sul fondo. Fatto questo è sufficiente collocare delicatamente il contenitore sul fondo della vasca.
Se durante le fasi di accoppiamento molta torba fuoriesce dal vaso è bene toglierla regolarmente durante i cambi di acqua e la sifonatura del fondo. Anche questa torba può essere conservata a parte, come vedremo in seguito, perché può contenere delle uova purtroppo mescolate a sporcizia e avanzi di cibo. Il motivo è molto semplice: i pesci trovando un substrato idoneo fuori del vaso lo preferiscono a causa del maggiore spazio a disposizione e questo,naturalmente riduce l’utilizzo del contenitore.