Considerata la delicatezza di questi habitat, i relativi rischi per la loro sopravvivenza e la difficoltà di reperimento nei normali circuiti commerciali, impongono agli acquariofili che si dedicano al loro allevamento di adottare regole di comportamento:
Questi animali hanno un codice genetico molto simile: gli esemplari appartenenti allo stesso genere si ibridano facilmente ed è quindi possibile ottenere “varietà” nuove incrociando tra loro specie diverse. Questo non va mai fatto, perché comporterebbe una manomissione in un settore che, come abbiamo visto, è già delicato per motivi naturali, ma anche antropici perché la maggior parte delle specie sono a rischio per la manomissione degli habitat naturali. Un comportamento del genere, oltre che disdicevole dal punto di vista etico comporterebbe problemi anche nello studio e nella classificazione di questi animali, già di per sé abbastanza problematica. Quindi un allevatore serio non incrocia mai volontariamente un maschio di una specie con una femmina di un’altra specie. Se questo dovesse accidentalmente accadere per un guasto all’impianto (e si devono tenere insieme i pesci di due vasche), o perché un pesce salta da una vasca all’altra e si formano degli ibridi, questi vanno tenuti separatamente e lasciati vivere la loro vita senza in alcun modo diffonderli nell’hobby o distribuirli ad altri acquariofili.
Le specie allevate vanno possibilmente etichettate (specialmente per i principianti). Nella vaschetta di allevamento va posto un cartellino con il nome del genere e della specie e la location se conosciuta. E’ utile anche annotare la data di nascita (o di acquisizione). Le stesse precauzione vanno mantenute nel caso che vengano distribuiti ad altri allevatori i pesci o le loro uova annotandole sulle buste di spedizione in modo chiaro per non dare adito a errori di trascrizione o di lettura.