Aphyosemion australe: il gioiello dell’Ogoove’


di Antonio Giaccone

Cari lettori del bollettino, chiarisco per tutti coloro che non lo sapessero il significato del “titolo” di questo articoletto. L’Ogoove’ e’ il principale fiume dello stato africano del Gabon, luogo d’origine del mio “gioiello” Killi preferito: l’Aphyosemion australe. Devo dire che questa specie, pur essendo presente nelle mie vasche da due anni or sono, si e’ riprodotta, ma con scarso successo quantitativo ma anche qualitativo. Quest’anno invece… Vediamo di ripercorrere un po’ le tappe. Per riprodurre l’australe (gold and chocholate form) ho sempre usato il solito metodo che consiste nem mettere un trio in una vaschetta da 10/20 litri con acqua moderatamente acida e tenera per la durata di circa 10/12 giorni e poi togliere i pesci nella speranza di vedere tra le fibre di torba, di muschio di Giava sul fondo della vaschetta gli avannotti. Questa tecnica, pur avendo un indubbio successo, a me personalmente non ha mai consentito di raccogliere piu’ di 15/20 avannotti. Quest’anno ho cambiato metodo: ho preso una vaschetta da 15 litri e vi ho steso sul fondo uno strato di 3 cm di torba (quella da giardinaggio precedentemente bollita); successivamente ho preso circa 5 litri d’acqua e l’ho versata sulla torba con l’ausilio da arcatore, in modo da non “infangare” troppo l’ambiente. I valori dell’acqua erano i seguenti: pH 6,3 µS 180, Temp. 24 gradi. Ho lasciato per qualche ora depositare la torba sul fondo finche’ l’acqua era trasparente. Poi gradualmente ho immesso un maschio e tre femmine di Aphyosemion australe pronti alla riproduzione. Dimenticavo: l’acqua al di sopra della torba aveva un’altezza di non oltre i 7 cm!!! Tipo pozzanghera… La vaschetta non aveva ne filtro o altro apparecchio che facesse circolare aria o acqua. Solo un termoriscaldatore “penzolante” che garantiva una temperatura stabile a 24 gradi era inserito nella vasca.

La vasca si trovava costantemente al semibuio. I pesci erano nutriti molto abbondantemente una volta al giorno (alla mattina il piu’ delle volte).
Ho cambiato meta’ acqua solo al termine della prima settimana di riproduzione usando il tubo da aereatore per aspirare l’acqua e non la torba con il suo prezioso contenuto. Il 14º giorno ho prelevato i pesci con la loro acqua che era tipo coca cola, e li ho rimessi in vasca di “COMUNITA’ AUSTRALE”. Ho prelevato con una garza tutta la torba; l’ho strizzata bene (tipo Nothobranchius) e messa su un paio di quotidiani aperta e distesa. A questo punto ho cominciato a cercare le uova nella torba e ne ho trovate nell’arco di qualche ora ben 240!!!

Ogni volta che individuavo un uovo, lo prelevavo con le dita, lo pulivo perfettamente dalla torba molto delicatamente e lo mettevo in un contenitore di plastica (quello dei Ferrero Rocher contenente 2 cm di acqua in cui si erano riprodotti gli australe (il pH era sceso a 5,9 i µS a 150). All’acqua ho aggiunto dell’acriflavina fino a farla diventare giallo paglierino. La scatola con gli australe-rocher era fatta galleggiare chiusa con l’apposito coperchietto in una vasca qualunque non illuminata alla temperatura di 26/27 gradi.

Tolte quotidianamente le pochissime uova ammuffite (grazie all’acqua tenera e all’acriflavina) dopo circa 1 settimana nell’arco di 12 ore sono nati gli avannotti: erano piu’ di 200!!! Tutti in perfette condizioni di salute e di … lisca! Ho allevato per i primi 15 giorni gli avannotti in quella scatoletta facendo dei microcambi parziali di acqua di rubinetto lasciata invecchiare.

I piccoli li cibavo da appena nati con microworms e naupli di artemia salina. Dopo circa 15 gg li ho trasferiti in una vascetta da 18 litri con acqua a livello di meta’ vasca, un Tetra Brillant Filter e uno strato di torba (1/2 – 1 cm) da giardino sul fondo. Per l’impossibilita’ di allevarne 200, ho tenuto solo una ventina di pesci. Ora hanno circa 3 mesi sono lunghi 4 cm e sono di un rosso fosforescente da far impallidire certi esemplari visti in certe esposizioni… o sugli Atlas. Provateci, e soprattutto fateci sapere.

Good Luck.