Daphnia


Daphnia è il nome corretto con cui sono conosciuti quei piccoli crostacei chiamati anche pulci d’acqua, per il modo caratteristico con cui nuotano (a scatti).

Esistono diverse specie di daphnia, più o meno adatte al nostro clima e quindi più o meno utili come fonte di cibo vivo per i nostri pesci. Tra le diverse specie, esiste poi anche una notevole differenza in termini di dimensioni. Nel resto di questo articolo farò riferimento alla daphnia giapponese, che allevo da alcuni mesi e che risulta particolarmente adatta alle nostre condizioni climatiche, essendo in grado di resistere a temperature estive mediamente più alte delle altre specie. La taglia è da considerarsi media rispetto alle altre specie.

Le Daphnia hanno la caratteristica di vivere sia fasi sessuali che asessuali. In condizioni ottimali una femmina può produrre circa 100 individui completamente formati ogni 3 giorni e può avere al massimo 25 covate nella sua vita, ma la media è solo di 6. In condizioni avverse vengono prodotti dei maschi, e le daphnia si riproducono sessualmente, depositando uova più o meno come le artemie. Le condizioni che possono portare a questo sono la mancanza di cibo o di ossigeno, un’altà densità della popolazione o temperature troppo basse.

Il contenuto nutrizionale delle Daphnia dipende dalla loro età e da ciò che mangiano. Il contenuto di proteine è circa il 50% del loro peso secco. Al contrario delle artemie gli adulti hanno un contenuto di grassi superiore ai giovani, circa il 20-27% per gli adulti contro il 4-6% dei giovani. Le Daphnia vive sono così composte: 95% acqua, 4% proteine, 0,67% carboidrati e il resto suddiviso tra grassi e ceneri.

Allevamento
Per allevare le Daphnia è richiesta acqua dolce (senza sale) senza particolari caratteristiche. Le Daphnia sopravvivono infatti anche in acque di pessima qualità, con ossigeno disciolto che può variare da quasi 0 alla saturazione. Come per le artemie, la capacità di sopravvivere in condizioni di poco ossigeno, dipende dalla loro abilità a produrre emoglobina, inoltre anch’esse non tollerano un’areazione effettuata tramite una pietra porosa molto fine, poiché le piccole bolle d’aria che così si formano le ucciderebbero. È quindi consigliabile un’areazione molto debole, anche se per esempio io ne faccio a meno. Un pH tra 6,5 e 9,5 è accettabile, mentre un alto contenuto di derivati ammoniacali riduce drasticamente la riproduzione, anche se non costituisce un fattore critico per la sopravvivenza della colonia.

Le Daphnia sono molto sensibili ai sali disciolti nell’acqua, come sodio, potassio, magnesio e calcio ed a eventuali prodotti chimici quali pesticidi e detergenti. Come sempre è consigliabile declorare l’acqua del rubinetto, o con prodotti specifici o tramite areazione e invecchiamento. L’acqua migliore per il loro allevamento è acqua filtrata di un laghetto o di un fiumiciattolo pulito, altrimenti è possibile usare, magari mischiata ad acqua nuova, l’acqua di un cambio parziale di un nostro acquario, che è già arricchita di sostanze organiche di cui le Daphnia possono nutrirsi.

In ogni caso non usare mai unicamente acqua distillata o a osmosi, poiché questa non contiene i sali minerali indispensabili per la loro crescita.

Le Daphnia hanno un’alta tolleranza in fatto di temperature. La temperatura ottimale per la Daphnia nostrana è di 18-22°C, mentre la Daphnia giapponese può resistere a temperature giornaliere da 5 a 31°C, con un ottimo intorno ai 24-31°C. È per queste sue caratteristiche di resistenza che in Italia è preferibile allevare questo tipo di Daphnia.

La coltura può essere avviata in una normale bottiglia di plastica da 2 litri, in una vaschetta di plastica di pochi litri o in un vecchio acquario dismesso, in ordine crescente di efficacia. Maggiore la quantità d’acqua, maggiore sarà la popolazione di Daphnia che riusciremo ad allevare. Se tenuta all’interno, la coltura andrebbe leggermente illuminata ed aerata. Le Daphnia vivono bene in simbiosi con delle lumachine che, aiutano a mantenere pulito il fondo e mangiano le macro alghe, lasciando le micro alghe a loro disposizione.

Come le artemie si cibano di batteri, microalghe e detriti, ma le alghe rappresentano una fonte di cibo vitale per la sopravvivenza delle Daphnia. È possibile usare quindi varie tecniche per garantire la presenza di alghe nell’acqua delle Daphnia: esposizione in pieno sole nei mesi caldi, aggiunta di fertilizzante organico all’acqua (anche letame). In ogni caso, questo tipo di alimentazione richiede troppo lavoro per il mio tempo libero a disposizione, che preferisco dedicare ai miei pesci piuttosto che alle Daphnia, così le mie vengono alimentate con successo con farina di avena, nella misura di una puntina di cucchiaino da caffé ogni 2 o 3 giorni. In questo periodo sto anche provando ad utilizzare per le Daphnia lo stesso preparato che uso per le artemie che è un alimento più completo.

Raccolta
Per un buon sviluppo della coltura è necessario raccogliere le Daphnia periodicamente, e ciò può essere fatto con un semplice retino o un sifone. È altresì importante fare dei piccoli cambi parziali d’acqua di tanto in tanto, quando la riproduzione diminuisce o quando il fondo della nostra vaschetta di coltura risulta troppo sporco.

Avvertenze
Le Daphnia vive vengono mangiate avidamente dai pesci, ma dato il loro scarso contenuto nutritivo non andrebbero usate esclusivamente, anche perché possiedono alcune proprietà lassative. Proprio per questo motivo, però, una somministrazione un paio di volte alla settimana può essere molto importante per la salute dei nostri pesci.